APPROFONDIMENTI: Tavole originali: un sogno fatto di carta (1° parte)

Tavole originali: un sogno fatto di carta (1° parte)

Il collezionista Paolo Macedone ci racconta la sua passione per le tavole originali e ci spiega anche come è iniziata questa particolare forma di collezionismo in Italia.

Di: Paolo Macedone | Pubblicato il:08/09/2012


Ricordo perfettamente quando e dove vidi per la prima volta una strip originale americana. è stato ovviamente dal compianto Silvano Scotto di Genova, tanti anni fa  Da chi altri se no? Fu lui ad introdurre nel nostro provincialissimo paese la passione per questi oggetti strani ai quali noi collezionisti di fumetti non avevamo mai pensato prima. D'altra parte che interesse potevano avere per noi, che so, una striscia di Topolino o una tavola di Flash Gordon, quando quel che ci interessava e ci appassionava erano le avventure di questi ed altri magnifici personaggi pubblicate su carta poverissima negli anni '30 e '40? Il nostro obiettivo era di possedere tutti i giornali o gli albi in cui noi o i nostri padri li avevamo letti da piccoli.
La tavola era un "optional" di poco conto. Eppure Scotto seppe, con la sua passione, addomesticarci piano piano a quel nuovo settore del collezionismo fumettistico che proveniva da oltre oceano.
Ero un po' troppo giovane per potermele permettere, ma il fascino che emanavano quelle pile di strip americane (tutte di alto livello) che si affastellavano sul suo tavolo, nelle mostre di Lucca, di Roma, di Genova, di Bologna, era simile a quello dei giornalini mai letti (come dice Charlie Brown: Felicità  e una pila di giornalini vecchi).

tavole-originali-un-sogno-fatto-di-carta-6.jpgDomenicale dei Peanuts venduta nel 2008 dalla casa d'aste Heritage per 113,525 dollari.
Scotto contagiò molti di noi, anche se non avevamo i soldi per acquistare le tavole originali. Però magari ogni tanto una striscia minore (forse non proprio integra) me la permettevo. Era la prima metà  degli anni '80. Poi ci fu il disastro degli archivi Mondadori. Forse molti di voi già  sanno di che cosa si tratta  Lo chiamo disastro, per non dire catastrofe. Era il 1986. La Mondadori era finita in altre mani purtroppo. L'allora direttore di Topolino Gaudenzio Capelli, su richiesta urgente della nuova amministrazione, fu costretto a liberare in fretta i magazzini di Cologno Monzese per dare spazio ad un'emittente televisiva. Quei magazzini erano riempiti fino al soffitto del materiale cartaceo utilizzato per Topolino, dagli anni '30 in poi: tavole, prove di stampa, lettere e foto dei bambini, giochi, lettere della direzione  Un valore storico e culturale incommensurabile; materiale al quale il vecchio Gentilini teneva in modo quasi maniacale.
Capelli chiamò in un primo momento la Disney Italia, che allora si occupava solo di cinema e merchandising, e gli propose di rilevare tutto. Gli incaricati della Disney si recarono sul posto con le migliori intenzioni, ma dinanzi a tali muraglie di carta rimasero di stucco. Con che cosa avrebbero potuto portar via tutta quella roba? E dove stivarla? Così si accontentarono di riempire un furgone: seppi poi da Luciano Bottaro che avevano tra l'altro preso, per puro caso, la sua storia "Paperin Furioso" (tranquilli quindi! Quella storia si è salvata!). E così tutto quel ben di dio finì al macero di Lucca



Una serie di tavole Disney direttamente dalla collezione privata di Paolo Macedone.
Da sinistra verso destra abbiamo:
LUCIANO BOTTARO - PAPERIN DE PAPERAC
ROMANO SCARPA - PAPERINO E LA SCUOLA DEI GUAI
GIOVAN BATTISTA CARPI - PAPERINO E L'ISOLA DELLE SCIMMIE AFFLITTE
ROMANO SCARPA e GIORGIO CAVAZZANO - TOPOLINO E IL CANGURO DI CORALLO
PIER LORENZO DE VITA - PAPERINO DON CHISCIOTTE
ROMANO SCARPA - PAPERINO E L'AMULETO DI AMUDSEN

Fortunatamente due "angeli" lì presenti (due cercatori di fumetti) riuscirono a recuperare un po' di materiale (pare fosse solo il 5% del totale). Ecco quindi da dove provengono le tavole che ancora oggi girano (poco ormai) nelle convention italiane ed europee: pochissime di Bottaro, molte di più di Carpi e Scarpa, e poi di tanti altri autori Disney nostrani.
Per quanto non moltissime, quelle tavole stimolarono ancor di più noi collezionisti ad interessarci agli originali. Dopotutto erano le storie che avevamo tutti amato da bimbi: "Topolino e il canguro di corallo", "La fiamma eterna di Kalhoa", "Paperino e la farfalla di Colombo", "Paperin de Paperac" (due storie tanto amate anche in Germania), "Zio Paperone e il telescrocco", "Paperino e l'isola delle scimmie afflitte"
Sembrava impossibile che quei cartoncini che erano passati per le mani e i pennelli dei maestri fossero ora lì, disponibili e acquistabili. In genere il prezzo si aggirava sulle 100.000 lire a tavola (qualcuna un po' di più). E comunque era a discrezione e gusto di chi le vendeva.
Silvano Scotto non era mai stato un entusiasta disneyano, ma ne aveva molte sul suo tavolo. Noi non sapevamo del macero e ci chiedevamo da dove provenissero. Così anche alcuni degli artisti, che giustamente si lamentarono con la nuova Mondadori.


Finisce qui la prima parte del racconto. Nella prossima puntata Paolo ci parlerà  delle prime tavole uscite sul mercato italiano e dei prezzi a cui venivano vendute.


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